Bluff
L’occhio mi cade sulla rotella che regola la potenza della piastra elettrica. Poi, lo sguardo vola al grande orologio digitale che c’è sulla parete. Cinque secondi e giro gli hamburger.
L’occhio mi cade sulla rotella che regola la potenza della piastra elettrica. Poi, lo sguardo vola al grande orologio digitale che c’è sulla parete. Cinque secondi e giro gli hamburger.
Gioco con la morte, a tratti lucidamente perverso, di norma indifferente alla vita. Potrei definire ciò che faccio come espressione della mia libera scelta, e dare a questo il nome della più sublime delle arti, se non fosse che il mio talento è ignoto alle genti.
Non ricordo bene quando iniziò tutto, ma ricordo che gli uomini oltre lo specchio volevano l’oro. E minacciavano guerra, devastazioni e morte, se non li avessimo accontentati.
Incontrai Gandalf per la prima volta diversi anni or sono alla “Green House”, il noto coffee shop di Amsterdam…
Io e il gobbo.
Stesi sul prato del Mount Hope di Bangor. Le spalle posate alla lapide di un signor nessuno…
Il resto lo sapete.
Non è successo proprio nulla, e stamattina mi sono risvegliato in questa dannata stanza.
Il suono di una sveglia mi riporta nel mondo dei vivi. Che giorno è? Che ora è? Devo alzarmi? No, non è la sveglia.
Quando mi sveglio la febbre è scomparsa. Qualunque cosa mi abbiano dato la suora e quello strambo sciamano, ha funzionato alla grande.
Apro gli occhi.
Qualcuno sta ascoltando Bob Marley. O meglio: il Bob Marley di questo mondo.